I migliori thriller legali realizzati ad Hollywood

Thriller legali: cosa aspettarsi?

Moltissimi sono i thriller legali, ossia film incentrati sulla giustizia, in particolare sui fatti criminosi e sui sistemi giuridici. Attraverso i processi giudiziari e le centrali figure di avvocati, consulenti, PM, giudici e giuria, si devono provare tali crimini ed emettere sentenze per punire i colpevoli. Nei Thriller legali (che sono un sottogenere del genere Thriller) la suspance, ossia lo stato di tensione ansiosa generato dalla sospensione, dall’attesa, è l’elemento fondante e ci fa rimanere in bilico fino alla fine. Soprattutto negli anni ’80 e ’90, Hollywood ha ampiamente trattato il detto sottogenere, cogliendo moltissime sfumature e punti di vista.

La trama può investire direttamente l’avvocato difensore e l’accusa i quali, legati da un rapporto conflittuale, si scontrano in tribunale per avere la meglio l’uno sull’altro, oppure il film può concentrarsi sul presunto fatto criminoso, sulla ricostruzione delle fasi dello stesso e sugli aspetti giuridici rilevanti per provare la colpevolezza dell’imputato. Quest’ultimo potrebbe essere un criminale abituale col dubbio che sia innocente (perché vengono evidenziati indizi di un presunto complotto) oppure potrebbero essere soggetti non particolarmente propensi a delinquere ma che, per via di varie peripezie, si trovano nella situazione di doversi difendere da accuse infamanti con la paura di subire condanne quasi del tutto certe per via degli indizi apparentemente schiaccianti.

Tra i thriller legali più riusciti, di seguito i più rappresentativi.

Film consigliati

Il socio

Pellicola del 1993 con, un giovane ma già affermato, Tom Cruise ed un grande Gene Hackman in quel periodo sulla cresta dell’onda. La pellicola è un capolavoro del genere con una trama intrigante ed avvincente in cui Mitchell McDeere (Tom Cruise), un brillante neolaureato in legge, viene preso in prova presso un prestigiosissimo studio legale americano per lo svolgimento del tirocinio professionale e per una eventuale assunzione come socio dello stesso studio.

Avery Tolar (Gene Hackman), un collega anziano, socio dello studio da anni, fa da mentore a Mitch introducendolo nel lavoro. Mitch, fortemente assorbito dalla nuova routine, inizia a trascurare Abby, la moglie (la bravissima e bellissima Jeanne Tripplehorn), incrinando nei fatti il loro rapporto. Abby mette in guardia il marito fin da subito sull’ambiguità dello studio e dello stesso Avery. I sospetti crescono quando si scopre che alcuni clienti dello studio sono legati alla criminalità organizzata ed emerge la notizia delle morti misteriose ed improvvise di due colleghi dello studio.

I tentativi da parte dell’FBI di mettersi in contatto con il giovane avvocato per ottenere informazioni dettagliate sugli affari dello studio, fa crescere l’intensità della suspance. Il giovane avvocato inizia ad avere paura in quanto lo studio, ad un certo punto, nelle persone dei soci anziani iniziano a dubitare di Mitch che comunque, con un piano super articolato, riesce a salvare la sua vita senza perdere l’abilitazione professionale e riuscendo, inoltre, a riconciliarsi con la moglie.

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Il cliente

Film del 1994 con Susan Sarandon, Tommy Lee Jones e l’esordiente Brad Renfro. Quest’ultimo interpreta Mark Sway, un ragazzo undicenne che conduce una vita precaria ed estremamente problematica, in quanto con la madre ed il fratellino vivono in una roulotte. Mark, insieme al fratellino, per divertirsi si intrufola nei boschi e si imbatte in un avvocato che, in procinto di farla finita, gli rivelerà alcune scomode verità legate a brutte storie di mafia. Da testimone scomodo, il giovane sarà circondato dalla mafia ma soprattutto dal sistema giudiziario con il “Reverendo” Roy Foltrigg (Tommy Lee Jones), l’agente dell’FBI senza scrupoli che, incurante del fatto che il ragazzo riferendo ciò che ha visto rischi la vita, fa di tutto per ottenere una sua deposizione.

Fortunatamente sarà un’avvocatessa energica e testarda (Susan Sarandon) a prendersi cura del ragazzo. Esilarante la scena in cui il ragazzo “ingaggia” la bravissima avvocatessa. Di seguito il trailer.

Codice d’onore

Film del 1992 con Tom Cruise, la leggenda Jack Nicholson e Demi Moore tra gli altri. Tale thriller legale propone degli ingredienti diversi rispetto alle prime due sopra menzionate poiché si mette in luce un sistema giudiziario militare molto diverso da quello civile, con regole e riti molto rigidi che investono anche l’attività professionale degli avvocati.

Un giovane tenente della marina Daniel Kaffee (Tom Cruise) viene incaricato di formare un collegio di difesa dinnanzi alla corte marziale per due marines accusati di omicidio di un loro commilitone William Santiago. I due marines riferiscono immediatamente al collegio di difesa, costituito dallo stesso Kaffee e dal capitano della Commissione disciplinare Joanne Galloway (Demi Moore), che non vi era intenzione di uccidere, ma che stavano eseguendo un “codice rosso”, vale a dire un provvedimento “disciplinare” non ufficiale impartito da un superiore come punizione per il soldato semplice Santiago malvisto da compagni e superiori per le scarse doti di combattente, ma soprattutto per aver chiesto insistentemente il trasferimento, scavalcando i suoi superiori.

Il film è un crescendo di scene piene di suspance che culmina nella memorabile deposizione dell’alto ufficiale psicopatico, impersonato da Jack Nicholson, il quale viene indotto da Kaffee, grazie ad un astuto stratagemma psicologico con un atteggiamento provocatorio che suscita le sue ire, ad ammettere che l’ordine di eseguire il codice rosso è partito proprio da lui ed è giunto ai due imputati attraverso il tenente Kendrick, loro superiore.

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L’avvocato del diavolo

Thriller legale del 1997 con Keanu Reeves, Al Pacino e Charlize Theron. Kevin Lomax (Keanu Reeves) è un grande avvocato che in tribunale decide di difendere un insegnante accusato di pedofilia e, nonostante le prove contrarie, riesce a far scagionare l’imputato. Attira dunque l’attenzione di John Milton (Al Pacino), capo del potente studio legale, che gli prospetta un futuro all’insegna del successo e di grossi guadagni, a patto che dalla Florida si trasferisse a New York. Kevin incoraggiato dalla moglie, l’attraente Mary Ann (Charlize Theron), decide di partire per New York. Kevin si butta sul lavoro, che ben presto diventa una vera e propria ossessione trascurando Mary Ann, abbandonata a sé stessa, che cade in una profonda crisi nervosa e viene ricoverata in ospedale. Kevin si sente chiuso in un cerchio sempre più stretto e comincia ad aver paura.

Finalmente Milton rivela la sua vera natura: è il Diavolo che, nella lunga e memorabile scena finale, conferma il suo tentativo di seduzione (quello che si dice “vendere l’anima al Diavolo”) tentandolo col successo, col denaro, col potere e con innumerevoli donne. Kevin si ribella e si ritrova quindi nel tribunale dell’inizio del film. Rifiuta la difesa del pedofilo, e lascia soddisfatto l’aula. Ma, sulle scale, lo insegue un giornalista che gli chiede un’intervista e gli promette grande notorietà. Kevin accetta, e subito dopo il giornalista si trasforma: è Milton, il Diavolo.

Se conoscete altri thriller legali, scrivetelo nei commenti. Alla prossima!

Fonti: Cinematografo

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